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Regole di Navigazione

Per ancoraggio si intende dar fondo all’ancora.

L’ancora rappresenta una delle più importanti dotazioni di bordo. Viene utilizzata per vincolare la barca al fondale, in modo tale da garantire la sicurezza nonostante il vento, le correnti, il moto ondoso.

Vi state domandando come fare? Seguite questi consigli. La regola generale per l’ancoraggio consiste, con acque calme, nel calare l’ancora con la cima lunga 3 volte la profondità del fondale, mentre, con acque agitate, è consigliabile allungare la cima dalle 5 alle 8 volte rispetto alla profondità del fondale.

Per questioni di ingombro nelle piccole imbarcazioni si utilizza un cavo, ma, se fosse possibile, sarebbe più opportuno utilizzare come terminale una catena di almeno 4 o 6 metri. Nelle imbarcazioni più grandi va utilizzata solo la catena. Questa renderà l’ormeggio più dolce e sicuro. Ricordatevi che le ancore lavorano meglio con una spinta parallela o verticale al fondo.

Non dimenticate altre regole importanti per l’ancoraggio:

Altre regole importanti:

  1. 1. Verificate la presenza di eventuali divieti o segnalazioni.
  2. 2. Verificate la profondità e la natura del fondale servendovi dei portolani o consultando la nostra sezione.
  3. 3. Raggiungete il punto scelto con la velocità minima. Una volta fermati, mettete in folle.
  4. 4. Cercate di ancorare l’imbarcazione con la prua al vento. Se non riuscite, ricordate che, dopo che l’ancora ha fatto presa sul fondale, la prua si dispone in direzione del vento.
  5. 5. Non dimenticate di verificare la distanza dalla costa e dalle altre barche, in modo da evitare di essere speronati o che le rispettive catene si sovrappongano.
  6. 6. Avete finito le manovre per l’ancoraggio e potete spegnere il motore.
  7. 7. Se l’ancoraggio viene fatto di notte, ricordate di segnalare con le apposite luci la fonda (luce bianca in alto).
  8. 8. Prima di godervi la sosta, fate un ultimo controllo della presa dell’ancora sul fondo.
  9. 9. Controllate sempre l’evoluzione del meteo per non trovarvi in situazioni di pericolo e rimanete sempre pronti a salpare.
  10. 10. Verificare l’evoluzione del tempo e tenersi sempre pronti a salpare.

La distribuzione dei pesi a bordo è fondamentale per bilanciare l’assetto, ottimizzare la stabilità ed i consumi. Come fare?

Esiste un sistema elettrico chiamato TRIM presente sui motori entrobordo e fuoribordo che permette di regolare l’assetto del motore e di conseguenza l’assetto della barca in navigazione.

Ricorda: con un’ottimale distribuzione dei pesi e del trim, si avrà un viaggio più confortevole e un minor dispendio di carburante.

Come usare il TRIM?

Il consiglio è quello, in partenza, di tenere sempre il trim basso, così da avere maggior propulsione per far uscire lo scafo dall’acqua. Una volta che lo scafo è uscito dall’acqua, alzare il TRIM fino a quando non si sentiranno aumentare i giri del motore e la scia lasciata dalla barca si sarà distesa. In quel momento si è nell’assetto migliore.

Anche la distribuzione dei pesi e delle persone può fare la differenza. Vediamo:

Scafo con assetto spostato sul fianco: spostare i pesi al centro per migliorarne la manovrabilità
Assetto appoppato: i pesi si trovano verso la poppa della barca. Anche ad alti giri del motore sarà difficile raggiungere la planata e si avrà un maggior consumo di carburante. Nelle piccole imbarcazioni sarà difficoltosa anche la visuale. Ridistribuire i pesi e correggere l’assetto con il trim.
Assetto appruato: i pesi sono concentrati verso prua. Lo scafo risulterà troppo immerso nell’acqua con una riduzione della velocità e una scarsa manovrabilità. È necessario ridistribuire i pesi e alzare la prua della barca utilizzando il trim.
Assetto corretto: lo scafo è posizionato parallelamente all’acqua. In questo modo si avrà una maggior manovrabilità, una maggior sicurezza, un maggior comfort ed un consumo ottimale di carburante.
Sono previste delle dotazioni di sicurezza obbligatorie a bordo di un imbarcazione, richieste dalla normativa vigente in materia di sicurezza. Tali dotazioni dipendono dalla distanza dalla costa entro la quale si effettua la navigazione. Variano a seconda che si navighi entro 1, 3, 6, 12, 50 miglia ed oltre le 50.
Và ricordato che se si naviga entro i 300 metri dalla costa non vi è alcun obbligo di dotazioni di bordo. Entro 1 miglio, è necessario avere le seguenti dotazioni:
  • Cinture o giubbotto di salvataggio ( uno per ogni persona a bordo )
  • Salvagente anulare con cima regolamentare
Entro 3 miglia,
  • Cintura o salvagente
  • Salvagente anulare
  • Kit segnali di soccorso ( 1 boetta fumogena e due fuochi a mano a luce rossa )
  • Fanali regolamentari
  • Apparecchi di segnalazione sonora.
Entro 6 miglia,
  • Cintura o salvagente
  • Salvagente anulare
  • Kit segnali di soccorso ( 2  boette fumogena e 2 fuochi a mano a luce rossa e 2 razzi a paracadute )
  • Una boetta luminosa
  • Fanali regolamentari
  • Apparecchi di segnalazione sonora.
Entro 12 miglia,
  • Cintura o salvagente
  • Salvagente anulare
  • Kit segnali di soccorso ( 2  boette fumogena e 2 fuochi a mano a luce rossa e 2 razzi a paracadute )
  • Una boetta luminosa
  • Fanali regolamentari
  • Apparecchi di segnalazione sonora.
  • Zattera di salvataggio costiera, come da normativa vigente, con capacità pari a tutte le persone a bordo
  • Bussola e relative tabelle di deviazione
  • Apparato VHF
Entro 50 miglia,
  • Salvagente anulare
  • Kit segnali di soccorso ( 2  boette fumogena e 3 fuochi a mano a luce rossa e 3 razzi a paracadute )
  • Una boetta luminosa
  • Fanali regolamentari
  • Apparecchi di segnalazione sonora.
  • Zattera di salvataggio oceanica, come da normativa vigente, con capacità pari a tutte le persone a bordo ISO 96/50
  • Bussola e relative tabelle di deviazione
  • Apparato VHF
  • 1 orologio, 1 barometro, 1 binocolo,
  • Carte nautiche della zona in cui si effettua la navigazione
  • Strumenti ci carteggio
  • Cassetta di pronto soccorso
  • Strumento di radioposizionamento
  • Riflettore radar
Se l’imbarcazione non è dotata di Marcatura CE, sono necessarie ulteriori dotazioni di bordo, indipendentemente dalla distanza dalla costa:
  • Pompa o altro attrezzo di esaurimento
  • Estintori
Ricordiamo che le unità a vela devono avere a bordo un segnale conico da mostrare con il vertice in basso quando procedono contemporaneamente a vela e motore.
Zattera “Costiera”: è obbligatoria per la navigazione da 6 a 12 miglia: non ha copertura ed è dotata di due tasche stabilizzatrici e di fasce retroriflettenti sul fondo e sui tubolari. Inoltre è dotata di: soffietto di gonfiamento, coltello a lama fissa con impugnatura galleggiante, torcia elettrica, sassola, kit di riparazione, due pagaie due spugne, fischietto e razioni di cc 250 di acqua a persona. controllo dopo 3 anni e poi ogni 2.
Ciambella in materiale rigido, galleggiante con fasce retroriflettenti deve essere posizionato vicina alla timoneria con una sagola lunga almeno 30 mt di facile recupero. Il terminale della cima deve poter essere staccato facilmente perché in caso di necessità la ciambella non deve essere trainata ma deve rimanere nel punto in cui è stata lanciata.
Cintura, giubbotto di salvataggio, deve essere presente per ogni passeggero a bordo con idonea cintura di salvataggio con marchio CE- Per la navigazione da 300 metri fino a 6 miglia dalla costa sono obbligatorie cinture da 100N per uomo e 50N per bambini. Oltre sei miglia dalla costa 150N per uomo e 100N per bambino. Navigazioni in condizioni estreme 275N per uomo e 140N per bambino. Si raccomanda di tenere i giubbotti in un posto facilmente accessibile, non hanno scadenza ma di tanto in tanto è meglio controllarli per via del fischietto e la tenuta delle cinghie.
Boetta luminosa, Torcia stagna galleggiante a batterie, conservarla con la luce rivolta verso il basso per conservare le batterie, di notte lanciata insieme alla ciambella diventa un riferimento sia per il naufrago che per i soccorritori infatti galleggiando si accende automaticamente. Boetta fumogena latta metallica con tappo di protezione sotto al quale c’è la levetta di attivazione a strappo, una volta attivata attendere due secondi e prima di gettarla in acqua. Emette un fumo rosso denso da lanciare sottovento. È un segnale di richiesta di soccorso da usare solo di giorno. Con poco vento e quando si è sicuri di essere avvistati. Ha validità di 4 anni. Fuochi a mano, Torcia attivabile a strappo o a sfregamento, emette una luce rossa per un tempo reale di circa 60 secondi con una visibilità notturna di circa 6 miglia. Il fuoco a mano deve essere utilizzato a lato sottovento con inclinazione 45° me braccio teso fuoribordo. Razzi a paracadute, Togliere il tappo di protezione, tenere il razzo saldamente in verticale con una mano e attivarlo a strappo con l’altra mano. Il razzo sale ad un altezza di circa 300 metri, in fase di caduta si attiva un paracadute che ne riduce la velocità e lo rende visibile di giorno per 7 miglia e di notte per circa 25 miglia. È un segnale di richiesta di soccorso e può essere utilizzato anche quando si presume di essere avvistato da mezzi fuori vista. Apparecchi di segnalazione sonora tutte le unità da diporto devono avere a bordo un dispositivo idoneo ad emettere efficaci segnalazione sonore. Unità< 12m : qualsiasi mezzo in grado di produrre efficace segnale sonoro Unità > 12m : fischietto o corno o sirena o tromba Unità> 20m : 1 campana Unità> 100m : fischietto o corno o sirena o trpmba + 1 campana + m1 gong a pompa. Estintore l’armatore delle unità con marchio CE deve provvedere agli estintori indicati nel manuale del proprietario A bordo delle unità senza marchio CE è obbligatorio avere almeno un estintore da 13b in plancia +m 1 da 13b ogni vano chiuso. In zona motore un estintore proporzionato alla potenza del motore. Cassetta di pronto soccorso (D.M. 25/5/1998) contenente: 1 flacone di disinfettante (ammonio quaternario); 1 flacone di ammoniaca; 5 confezioni di bende; 1 forbice; 1 confezione di cerotto adesivo medicato; 1 pacco da 250 gr di cotone idrofilo; 1 confezione di garza vaselinata compressa; 1 laccio emostatico; 1 confezione di stecche per fratture. Il contenitore deve essere rigido, galleggiante e a chiusura stagna.
Radiotelefono VHF – Su unità di lft </= 24 m, che navigano oltre le 6 miglia, almeno un VHF – Su unità di lft > 24 m, almeno un MF (onde ettometriche) L’installazione del radiotelefono – fisso o portatile – anche se limitata al solo traffico di sicurezza, è subordinata al rilascio della Licenza di esercizio RTF, del Nominativo internazionale (o dell’indicativo di chiamata per natanti) e al possesso del Certificato limitato di radiotelefonista per la persona preposta. N.B.: il telefono cellulare non può sostituire il VHF ma ne è comunque permesso l’uso

Ogni anno in mare succedono diversi episodi di incaglio o insabbiamento. Fortunatamente molti di loro si possono risolvere in autonomia, ma per i casi più gravi siamo costretti a chiamare i soccorsi.

Vi vogliamo ricordare che, in quest’ultima situazione,  il prezzo del recupero può essere chiesto in percentuale al valore dell’imbarcazione. Vi consigliamo di concordare in anticipo una somma adeguata.

Ma ora vediamo la differenza tra INCAGLIO e INSABBIAMENTO e le diverse tecniche da mettere in atto per sottrarsi dalla morsa del fondale.

L’incaglio avviene quando un’ imbarcazione urta sul fondale roccioso  e rimane bloccata. In questo caso rischiamo danni più gravi allo scafo.

Meno grave è l’insabbiamento, cioè rimanere bloccati su fondale sabbioso o fangoso.

Come comportarci?

In tutti i casi come prima cosa occorre spegnere il motore e verificare i possibili danni alla carena. Controllare eventuali infiltrazioni d’acqua. Se dovessero esserci, cercare di tamponare il più possibile usando dei tappi turafalle, stucchi a presa rapida, qualsiasi cosa ci possa aiutare. A questo punto chiudere tutte le prese a mare e, se ci fosse acqua all’interno dello scafo, azionare la pompa di sentina.

Una volta accertato che non vi è pericolo d’allagamento, valutare la possibilità di effettuare le manovre di svincolo.

Attenzione a non effettuare durante queste manovre più danni di quelli che non si sono già fatti.

A questo punto alleggerire il peso dell’imbarcazione, svuotare le riserve d’acqua e, se presente, calare il tender spostando gli ospiti su quest’ultimo.

Controllare la marea. Già solo l’arrivo dell’alta marea potrebbe aiutarci a risolvere la situazione. In mancanza di questa dobbiamo “ tonneggiare”, creare uno sbandamento dello scafo che ci aiuti a muovere l’imbarcazione, facendo forza da bordo su cavi fissati dall’altro lato, a terra , a una boa o ad un’ancora.

A seconda dello scafo ci troveremo davanti a tre situazioni:

  1. – scafi inferiori a 10 metri, con i quali sarà più facile destreggiarsi con questa manovra
  2. – imbarcazioni più grandi (tipo yatch) le quali renderanno le operazioni più complesse
  3. – barche a vela.

In qualsiasi caso far oscillare lo scafo e aiutarsi con il motore, inserendo la retro, per avere movimento. Questo non sarà sufficiente con yatch superiori ai 12 metri, con i quali possiamo invece utilizzare il tender come rimorchiatore.  In caso di barche a vela, utilizzare il boma posizionando più persone sull’estremità di questo per creare una leva e favorire lo sbandamento della barca.

Nel caso si fosse rotto il piede del motore, sarà impossibile risolvere la situazione.

Se ci dovessimo trovare in una situazione di avaria al motore e la situazione non fosse risolvibile, dovete chiamare la Capitaneria di porto più vicina e chiedere assistenza.

In situazioni estreme o di pericolo chiamare la Capitaneria di Porto con il segnale PAN PAN (richiesta di assistenza).

LUCI DI NAVIGAZIONE

Navigare di notte ed in sicurezza: come funziona la segnaletica notturna sulle imbarcazioni?

Esistono diversi tipi di luci, che servono per segnalare la propria presenza, la direzione di avanzamento, le intenzioni di manovra, la tipologia di propulsione (vela o motore) ed il tipo di attività svolta.

Le luci o fanali si dividono in: Luci di via Luci di fonda Luci speciali.

Occorre sapere che su imbarcazioni inferiori ai 10 metri ( natanti ), se queste non vengono utilizzate di notte, non è necessaria alcuna luce di via.

LUCI DI VIA

Le luci di via permettono a una barca di farsi riconoscere; devono essere accese dal tramonto all’alba ed in situazioni di scarsa visibilità. Questo permetterà di calcolare velocità e rotta di un’imbarcazione, di stabilire chi ha la precedenza ed evitare così una collisione.

Attenzione: le imbarcazioni a vela o le barche che svolgono attività straordinarie in mare, avendo una governabilità limitata, hanno per questo motivo la precedenza su imbarcazioni a motore.

Un’imbarcazione, quando si muove, deve avere:

  • – 1 luce rossa sul lato sinistro con settore di visibilità 112,5°
  • – 1 luce verde sul lato destro con settore di visibilità 112,5°
  • – 1 luce bianca di poppa o “luce di coronamento” di 135° orientata verso poppa

Unità a motore 1 luce bianca di testa d’albero, 225° orientata verso prua.

Se l’imbarcazione supera i 50 mt deve avere 2 luci di testa d’albero; la seconda luce deve essere posta a 4,5 mt più in alto della luce più avanti.

Le navi che stanno usando la propulsione solo della vela non devono mostrare la luce di testa d’albero.

LUCI DI FONDA

Quando una nave si trova alla fonda, cioè ancorata, deve accendere solo una luce bianca in prua visibile a 360 gradi. Se la nave supera i 50 mt, dovrà mostrare due luci bianche, avendo quella dalla parte dell’ancora più alta rispetto all’altra.

LUCI O FANALI SPECIALI

Questa tipologia di luce viene accesa per indicare un’imbarcazione con difficoltà di manovra, perché sta lavorando o ha problemi durante la navigazione. Generalmente le luci speciali si trovano in testa d’albero, hanno colorazione rossa, bianca oppure verde e visibilità di 360°. Come ci insegna la logica, le luci rosse indicano un pericolo, le luci verdi una maggior sicurezza.

Quando entriamo in un porto dobbiamo controllare le ordinanze dell’Autorità Marittima. Spesso variano di porto in porto. È inoltre utile consultare i portolani e la nostra sezione di INFO AL NAVIGANTE.

SE NON DIVERSAMENTE PRESCRITTO DALL’AUTORITA’ MARITTIMA DI ZONA:

  • – Navigando nei pressi di un porto dobbiamo dare precedenza alle imbarcazioni in entrata e uscita.
  • – A 500 metri dall’ingresso del porto ridurre la velocità mantenendo lo scafo in assetto dislocante.
  • – Mentre entriamo in un porto dobbiamo lasciare la precedenza alle imbarcazioni in uscita.
  • – Le grandi navi hanno sempre la precedenza, sia in entrata che in uscita e nelle manovre all’interno del porto.
  • – La velocità massima consentita all’interno dei porti è 3 nodi.
  • – Tutte le imbarcazioni a vela hanno il divieto di circolare all’interno dei porti a vele spiegate. Devono infatti accedervi a motore acceso.
  • – Nel caso dovessimo entrare in un porto commerciale, quindi non adatto ad accogliere i diportisti e privo di servizi per il diporto, dobbiamo avvisare l’Autorità Marittima.
  • – Nei porti con segnali dell’associazione AISM-IALA ( IALA) manteniamo la dritta (destra) vicino al fanale verde in ingresso, mentre in uscita dal porto manteniamo sempre a dritta il rosso. Le eccezioni sono segnalate nei portolani.

IALA è un associazione senza scopo di lucro che opera in tutto il mondo per aiutare chi naviga ad avere un’unica segnalazione riconosciuta, che possa essere interpretata da tutti allo stesso modo. Garantisce che le navi governino in modo semplice, rapido, sicuro e a tutela dell’ambiente.

Acque lacuali (laghi)

Ogni lago ha delle proprie norme di circolazione. Consigliamo di informarsi, prima di raggiungere un posto, su quali restrizioni impone. Una regola generale è che la velocità deve essere moderata in base al traffico di imbarcazioni, alle condizioni meteo e in caso di scarsa visibilità.

Acque lagunari

Nelle lagune dobbiamo seguire le regole imposte dalla Regione in cui navighiamo, dalla Provincia, dai Comuni, ma soprattutto dall’Autorità marittima e dal Magistrato delle acque. Il consiglio è quello di utilizzare il “Manuale del lagunante”, che si può trovare sul sito del Comune di Venezia (www.turismovenezia.it)

Navigazione fluviale

In questo caso dovremo seguire la segnaletica presente:

SEGNALE DI RIMANDO O CHIAMATA dobbiamo tenere a mente che la parte bianca del cartello indica la rotta che dovremo prendere.

In navigazione, se troveremo uno di questi segnali sul nostro stesso lato con la parte bianca che indica l’altro lato del fiume, diventa un segnale di RIMANDO, allontanare questa rotta.

Se troveremo uno di questi segnali sulla sponda opposta con la parte bianca che indica verso terra, diventerà un segnale di CHIAMATA verso quel lato del fiume.

SEGNALE DI PROSECUZIONE proseguire sul lato del fiume dove troveremo questo cartello.

SEGNALE DI CHIAMATA E RIMANDO troveremo questo segnale sulla sponda opposta a quella dove stiamo navigando. Ci indica di raggiungere la sponda chiamata e abbandonarla subito dopo.

SEGNALE DI SCOSTATA in navigazione, trovandoci sulla sponda destra del fiume, questo segnale indica di allontanarsi dalla sponda e rientrare immediatamente.

SEGNALE DI PERICOLO procedere con la massima cautela

SEGNALE ROMBOIDALE GIALLO con due segnali di chiamata che si guardano, il segnale giallo indica la campata del ponte da percorrere. Sotto tale segnale è presente una luce nel caso ci fosse poca visibilità.

BOETTA BIANCA deve essere lasciata a sinistra in discesa e a destra in risalita del fiume.

BOETTA ROSSA deve essere lasciata a destra in discesa e a sinistra in risalita.

Altre norme vigenti: l’uso dell’ancora nei fiumi è consentito solo fuori dalle rotte di navigazione o in caso di emergenza.

Durante la navigazione notturna è obbligatorio un proiettore orientabile per poter individuare la segnaletica e illuminare il posto di attracco. Per quest’ultimo ricordarsi di arrivare sempre controcorrente.

Quando si naviga nei gomiti di canali con scarsa visibilità, dovrete emettere un lungo suono e la barca che sopraggiunge su rotta opposta dovrà fare lo stesso. Lungo il Po seguire attentamente la segnaletica.

Vediamo come ormeggiare una volta arrivati in un porto o ad una banchina.
Iniziamo a posizionare i parabordi prima di entrare nel porto, così da avere tempo e spazio per poterlo fare con calma e nel mondo corretto. I parabordi servono per ammortizzare e proteggere la barca durante le fasi di attracco e ormeggio. Successivamente dobbiamo far passare le cime d’ormeggio all’esterno dei pulpiti (strutture di sostegno in acciaio, tubolari, situate a prua e a poppa) e fissarne una estremità sulle gallocce (dispositivi fissi utilizzati per fermare una cima o una corda o un cavo).
Una volta entrati in porto, può essere utile fare un giro veloce di perlustrazione per capire qual è il posto migliore o il posto assegnato.
Per ormeggiare in banchina esistono tre modi per farlo:
  • • In andana (di poppa)
  • • All’inglese (parallelamente alla banchina)
  • • Di prua (più scomodo e meno utilizzato).
Il modo più utilizzato è sicuramente di poppa: si ormeggia l’imbarcazione perpendicolarmente alla banchina, con la prua in fuori. È importante legare bene le cime, per evitare che l’imbarcazione vada a sbattere contro le altre, contro la banchina o si allontani troppo da questa. Per mantenere l’imbarcazione perpendicolare al pontile è necessario assicurare la prua con una cima a un corpo morto. Questo è un blocco di cemento sul fondo del porto, al quale vi è attaccata una catena con in cima un gavitello. In mancanza di questo troveremo una catenaria, cioè una catena fissata a un blocco di cemento sul fondale, alla quale viene rimandata una cima al pontile stesso. Se non troviamo questi due sistemi dovremo dare fondo all’ancora verso prua.
Questa immagine rappresenta come attaccarsi a un gavitello. Come prima cosa, arrivare sottovento. Poi assicurare la cima d’ormeggio alla catena sotto il gavitello o a una cima posta sempre sotto di questo. Importante: non assicurarsi mai all’anello sopra!

Ci troviamo in mare. Siamo in rotta di collisione con un’altra imbarcazione. Come comportarsi? Ricordiamo che le barche a vela e le navi da lavoro con scarsa governabilità hanno la precedenza sulle imbarcazioni a motore. Se la barca a vela sta usando anche la propulsione a motore allora decadrà il suo diritto di precedenza. In questo caso la barca a vela dovrà esporre un segnale a cono nero rovesciato.

Esiste l’eccezione alla regola: se state incrociando una petroliera o un’imbarcazione similare con una stazza enorme, anche se teoricamente avete la precedenza, vige la regola del buon senso e la lascerete passare.

Analizziamo il caso più semplice, due imbarcazioni con rotte opposte: basta che ognuno accosti a dritta e si eviterà la collisione.

In un incrocio, manovra chi sopraggiunge l’altra imbarcazione alla propria dritta. Quindi rallenta accostandosi a dritta e fà passare l’altra.

Quando un’imbarcazione raggiunge un’altra, quindi sta navigando nel raggio della luce di coronamento (135 gradi), è lei a dover dare precedenza. Se due barche a vela incrociano le rotte, ha la precedenza quella con le mura a dritta, ovvero quella che viene colpita dal vento alla propria destra. Se invece le due imbarcazioni sopraggiungono mostrando le stesse mura, ha la precedenza chi è sottovento. Ricordatevi che la prima legge è quella di cercare in ogni caso di evitare le collisioni, usando prudenza e buonsenso.

Regole per poter fare sci nautico in sicurezza.
  1. 1. È consentito praticare sci nautico solo nelle ore diurne, con tempo buono e mare calmo.
  2. 2. Mantenere una distanza dalla costa di almeno 200/500 mt (distanza che varia a seconda delle ordinanze locali ), dalla linea batimetrica di 1.60mt, cioè la linea di profondità solitamente più affollata dai bagnanti, e 100mt dalle coste a picco sul mare
  3. 3. Chi guida deve essere in possesso della patente nautica e deve essere assistito da un’altra persona, esperto nuotatore per assistere lo sciatore in caso di emergenza.
  4. 4. Motore con invertitore (per la messa in folle e l’inversione).
  5. 5. Un sistema di aggancio e sgancio rapido della cima e uno specchio convesso autorizzati dalla capitaneria di porto.
  6. 6. Oltre alle solite dotazioni di sicurezza, deve essere presente anche una cassetta di primo soccorso.
  7. 7. Per ogni sciatore trainato deve essere presente una ciambella anulare con almeno 30 mt di cima arancione galleggiante.
  8. 8. Durante il traino, mantenere una distanza dalle altre imbarcazioni, sia naviganti che alla fonda, superiore alla lunghezza del cavo di traino.
  9. 9. Mantenere la distanza tra la barca e lo sciatore di almeno 12 mt.
  10. 10. È vietato, in presenza di altre barche, seguire la scia di uno scafo trainante ed è vietato inoltre attraversare la scia con rischio di investire gli sciatori.
  11. 11. La partenza e l’arrivo degli sciatori deve avvenire in acque libere da bagnanti.
STABILITÀ DI UNO SCAFO

Vediamo insieme come si comporta uno scafo in acqua e la sua stabilità.

La capacità più importante che ha uno scafo è quella di tornare allo stato di equilibrio, dal momento che il moto ondoso ed il vento possono interferire con la sua stabilità.

Questo scafo compierà due movimenti, il rollio e il beccheggio.

Rollio È l’ oscillazione della barca lungo il proprio asse longitudinale. Si verificano quindi oscillazioni trasversali dell’imbarcazione. Questo movimento può essere molto pericoloso e venire influenzato dal moto ondoso o dallo spostamento di persone a bordo. Ricordarsi quindi di fissare in maniera corretta i pesi a bordo.

Beccheggio È l’ oscillazione della barca lungo il proprio asse trasversale. Si tratta di un movimento meno pericoloso rispetto al rollio ed è sempre influenzato dal moto ondoso. Più lo scafo è lungo, meno beccheggio avremo.

La stabilità di un’imbarcazione dipende anche da altri fattori, come la forma ed il peso.

Forma: il rapporto tra la parte immersa dello scafo e l’altezza dell’ imbarcazione: più è alta, più subirà il rollio, fino ad arrivare a un punto critico dove si ribalterà.

Peso: più l’imbarcazione è pesante, quindi più superficie sarà immersa, meno subirà gli effetti del beccheggio e rollio.

Nelle barche a vela la stabilità si ottiene aggiungendo peso sul fondo dello scafo, così da ridurre gli sbandamenti.

Chiunque effettui un qualsiasi tipo di attività subacquea, con autorespiratore o in apnea, in autonomia o con l’appoggio di un’imbarcazione, ha l’obbligo di segnalare la propria presenza in acqua, al fine di prevenire eventuali incidenti dovuti al passaggio ravvicinato di barche e natanti.

La propria presenza va pertanto segnalata servendosi di una bandiera rossa con una striscia diagonale bianca. Questa bandiera va esposta su un galleggiante, se l’attività è svolta in autonomia, o sull’imbarcazione, se l’attività è svolta con l’appoggio di un mezzo nautico. Inoltre se l’attività viene svolta di notte, deve essere esposta anche una luce lampeggiante gialla visibile a 360 gradi.

Se si utilizza una barca, deve essere presente sull’imbarcazione almeno una persona durante lo svolgimento dell’attività e una bombola da 10 litri di ossigeno ogni 5 persone.

L’attività subacquea dovrà essere svolta nel raggio di 50 metri dalla segnalazione.

Attenzione! Tutte le imbarcazioni che vedono questo simbolo devono moderare la velocità e mantenersi a  una distanza minima di 100 metri.

La Danforth, pratica e leggera, è molto buona su fondi sabbiosi e fangosi, meno su alghe;
CQR su ogni tipo di fondo, meno su alghe o fondi rocciosi; ottima la Bruce, specie su fondi sabbiosi e fangosi;
Hall, utilizzabile per il suo peso dalle sole navi.
Infine la Delta (derivante dalla CQR, e di recente introduzione) che ha un’eccellente presa su ogni tipo di fondo (elemento essenziale per un buon ancoraggio, la natura del fondo). …e l’ancora galleggiante
L’ancora galleggiante – costituita o da un robusto cono di tela o sagomata a “paracadute” – è un accessorio di sicurezza potendo essere utilizzata anche in caso di avaria, al fine di impedire alla barca di traversarsi al mare nonché di limitare lo scarroccio onde evitare il pericolo di scadere troppo sottocosta. In caso di fortunale: filata a prua, per mantenere la direzione risultante dalle forze esterne (vento-mare): in tali condizioni lo scafo scarroccia, lasciando sopravvento una scia relativamente tranquilla e tale da costituire un’efficace “remora” contro i colpi di mare. Per fuggire al fortunale: filata a poppa, impedisce allo scafo di traversarsi al mare, regolandone la velocità. In casi estremi, l’ancora galleggiante può essere sostituita da un grappolo di parabord.

Cosa fare nel caso qualche passeggero dovesse cadere in acqua?

Come prima cosa ruotare il timone verso il lato di caduta così da allontanare poppa ed elica dalla persona. Subito dopo lanciare una ciambella salvagente ( slegata dalla cima ) e, nel caso ci trovassimo ad affrontare questa situazione di notte, lanciare anche una boetta luminosa a segnalare la posizione.

Quando lo scafo ha ruotato di circa 70°, invertire il timone fino a tornare sulla rotta opposta. Prestare attenzione a non perdere mai di vista il naufrago.

In questo modo avremo compiuto un arco completo chiamato ”Manovra Williamson“ e saremo pronti a issare a bordo il naufrago.

Una cosa importante: raggiungere sempre la persona sottovento e una volta avvicinati togliere la marcia mettendo in folle.

Ora potremo recuperare il nostro compagno.

Nord: TRAMONTANA

Nord est: GRECALE

Est: LEVANTE

Sud est: SCIROCCO

Sud: OSTRO O VENTO DI MEZZOGIORNO

Sud ovest: LIBECCIO

Ovest: PONENTE

Nord ovest: MAESTRALE

Fonte tabella www.arpae.it